Contro la matematica presentata come spettacolo, come intrattenimento, come curiosità del momento, come argomento di talk show e così via discendendo.
Non perché sia contro lo spettacolo e l’intrattenimento ne perché l’argomento matematica debba essere riservato esclusivamente ai matematici ne perché non se ne possa parlare in modo leggero e divertente.
Perché nelle occasioni di spettacolo, intrattenimento matematico non si parla di matematica.
Mi riferisco in particolare ad eventi come Il festival della Matematica che si tiene a Roma già da qualche anno in un contesto in cui si tengono vari altri festival: della Filosofia, della Canzone Napoletana, della CinaVicina e simili.
In queste occasioni, peraltro ricche di interventi anche interessanti (non parlo di “La matematica dell’Ipod” o “La matematica dei giocolieri” ) come interviste con matematici famosi che hanno dato contributi molto importanti alla ricerca (Mumford, Atiyah ecc.) , si parla necessariamente di matematica elementare, quella che si insegna al più alle scuole medie; se si legge qualche articolo o si ascolta qualche intervento, anche di personaggi importanti, il linguaggio e i contenuti matematici sono tali da essere compresi anche dalla persona di cultura matematica elementare e questo è giusto e comprensibile: un festival si rivolge ad un pubblico vasto e variegato che pretende di capire quello che gli si propone.
Ma la matematica che gli viene proposta è di livello primitivo: già nota agli antichi e forse anche prima. Si dirà che per avvicinare e sensibilizzare il grande pubblico alla matematica e così giustificare la ricerca e l’esistenza stessa dei matematici come parte della società o per fare della buona propaganda e attirare giovani verso questa disciplina oggi molto sofferente, tutto questo è giustificato e ragionevole.
Mi permetto di dissentire: si giustifica una scienza esponendo i risultati che ha ottenuto molti secoli addietro? è come se si volesse convincere qualcuno a studiare chimica esponendogli la teoria della pietra filosofale; o convincere un giovane a dedicarsi all’ingegneria meccanica illustrandogli la recente scoperta della ruota: non si può.
Mi rendo conto che l’alternativa non è semplice ne agevole: se i matematici famosi presenti al festival di Roma dovessero parlare delle loro ricerche, nessuno capirebbe. La strada per la diffusione e il riconoscimento del pensiero matematico è ardua e forse ancora tutta da intraprendere.
Un serio tentativo di divulgazione si può trovare nel non più recente Dieudonné J. L’arte dei numeri. Mondadori 1989; un testo non semplice che non nasconde le difficoltà anche solo di illustrare i vari problemi di cui la ricerca odierna si occupa. Meglio un testo che richiede qualche impegno ma non nasconde la realtà matematica odierna piuttosto che festeggiamenti attorno a temi e personaggi di cui non si comprende ne il ruolo ne il pensiero.
no no.. fermi tutti.. come dice la mia carisssssssssssssssssssssssima prof Graziea Gobo, “la statistica è un ramo della matematica, perciò la statistica è matematica”…quindi le statistiche del poker sono matematica!!!!!!
@pagotten si dice dissento. Le statistiche del poker (ma che roba guardi?) non sono matematica, sono statistica appunto.
una cosa è vera: “si giustifica una scienza esponendo i risultati che ha ottenuto molti secoli addietro”. Cioè su questo sono d’accordo con leri, perchè non si può invogliare una persona a studiare geometria (ad esempio) facendo vedere circonferenze e triangoli…
MA, c’è sempre un MA… su una cosa devo dissentirla (si dice così?):
lei dice che la matematica non è spettacolo.. Se guarda le trasmissioni dove giocano a poker, fanno sempre vedere le statistiche di vincita di ogni giocatore, tenendo incollati al televisore centinaia di cervelli malfamati e nullafacenti..
Cioè alla fine se uno ci pensa bene sono due o più numeri, la cui somma da 100, a tenere davanti ad un programma una certa quota di audience..
Se questo non è spettacolo, allora non so cosa dirvi..
Ciao…sono d’accordo con te. E trovo che ogni votla che vado a una qualche conferenza il “tiro” sia sempre mal calibrato. Ance perchè render troppo elementare qualcosa che non lo è rischia di far sì che ci si illuda. Dietro alla matematica c’è un unievrso di intuizioni e di ragionamenti, che per quanto banali hanno una loro complessità! Secondo me un evento è rischioso proprio perchè pur di avere gente, quindi incassi, si abbassa il livello generale a discapito di chi veramente era interessato. E poi condivido la tua idea che un testo ben letto è motlo più utile, sopratutto se documentato! Proprio un testo sulal matematica me l’ha fatta scoprire e apprezzare!!
Luca
http://lucamate.wordpress.com
giusto…ma come dice lei se fosse tutto ad un livello più elevato l’adesione sarebbe poca…e chi ci andrebbe?? speriamo che almeno serva per far interessare e aumentando pian piano il livello ogni anno si arrivi a risultati decenti..in effetti un testo è molto meglio perchè uno ci si concentra nel leggerlo mentre un evento di divrimento…distrae magari dal vero obbiettivo che l’evento propone